Presentazione

SEMPLICI PENNELLATE

Gino Seguso

Volevo iniziare questo quaderno con una favola, forse anche del territorio, della nostra laguna di Venezia, forse una scritta da Alberto Toso Fei, ma ritengo che, mostrando questa raccolta di opere, rappresenterò mille fiabe. Faccio vedere, anche solamente in fotografia, quasi per scaramanzia, un gatto, senza streghe e senza fate e principi azzurri, senza lampade da strofinare. Descriverò le opere della Collezione “OPALINE SFUMATA”, come se fosse il catalogo delle stesse in esposizione perché desidero che questo quaderno lo diventi. Archimede Seguso era solito raccontare una sua idea, una sua ispirazione con un manufatto o un gruppo di manufatti, quasi fosse il completamento dell’immaginato, mostrandosi a 360 gradi. Perdonatemi la similitudine: “Come in primavera si apre la natura nascosta alla vita e ai nostri occhi, sbocciando e fiorendo, così, all’avvicinarsi d’una manifestazione, quali potevano essere una Mostra (Biennale, Triennale) o anche semplicemente una Fiera, l’ispirazione concepita, esplodeva in Archimede diventandone il seme delle novità che, nate, sarebbero state presentate per e in quell’occasione”. Ho desiderato dare “un titolo” a questi piccoli gruppi di questa collezione, nel modo e con il pensiero di come li ho visti e scelti, impolverati dallo scaffale, o dal museo, per descrivere le mie emozioni che desideravo farle durare e per dare anche la chiave affinché altre persone potessero condividerle. Ritornare bambini??? Nooo…! Star bene, semplicemente! Così vedo questa collezione, nata come un insieme di pennellate, ma potrebbero essere diversi colori caramellosi, impreziositi dall’oro, e non è così. Sono stati resi onirici da un sottile velo d’opaline che li avvolge come la nebbia di Novembre abbraccia Venezia rendendola evanescente e misteriosa. La collezione è attraente per la sua dolcezza, per la semplice favola che Archimede, ancora una volta, ci racconta con queste proposte che ha realizzato per presentarsi alla Fiera di Milano di quell’anno: 1954. Esporre in Fiera era ed è sempre stato un lavoro immane. In fabbrica i preparativi con i nuovi fragili campioni da sottoporre al mercato. In fiera, l’allestimento dello stand in poche ore notturne, sempre disturbati dal troppo caldo o troppo freddo, quindi l’esposizione. Finalmente le commesse dei clienti e la vendita. Il vero motivo di tutte queste fatiche! Grande era ed è la soddisfazione di quando il nuovo prodotto ottiene successo e centra il gusto del mercato. Così è stato in quell’anno. Presentarsi ad una Mostra, anche collettiva, con nuove idee realizzate, era ed è meno laborioso fisicamente, ma con più trepidazione. Evitare il banale nelle novità. Far trionfare il bello. Con naturalezza. Archimede non ha mai inteso produrre arte. Grande artigiano, desiderava dare felicità e rendere felice il suo acquirente. Con questa sequenza di forme di vetro Archimede ha mostrato di più, la sua anima con insuperabile semplicità, ed anche il contenuto artistico dell’alto artigianato. Sette/otto anni fa, ho visitato il Brasile, sono rimasto attonito ma molto orgoglioso, vedendo esposti presso antiquari, gallerie, oggetti di questa collezione con chiaramente ricordato l’autore “Archimede Seguso”. Ritornato in sede e fatte le dovute ricerche ho memorizzato: “Negli anni ’40/’60, tramite il nostro distributore, “Importadora Italiana”, il Brasile era uno tra i più importanti mercati di riferimento per la nostra fabbrica. Vendevamo anche questi manufatti. Oggi, il Museo di Archimede Seguso, ne espone alcuni esemplari, ed è aperto e visitabile per appuntamento. Le visite sono guidate e spendiamo tanto fiato per raccontare il nostro amato vetro. Non troverete la favola che io ho, ispirandomi, immaginato, perché lo spazio espositivo non lo permette; sicuramente, guardando questa piccola scelta, che rende la sua cultura artigiana, di altissimo artigianato, viva e comprensibile. Vi permetterà di godere assieme all’aria di Archimede che si respira, se non la sua, la vostra favola. Condividetela. Archimede ha sempre voluto rendere la sua, fruibile, nel modo più semplice, naif, naturale come egli era, senza vanterie e senza vanità, perché ciò ci rende sempre tutti più felici.

I favolosi anni Cinquanta

Opere, Favole, Pensieri

Semplicità

quaderno_18_img_2.jpg

È la naturale semplicità di Archimede che mi conquista; guardo, riguardo e, decisamente, sono affascinato ed attratto dalla grandezza di questi piccoli oggetti: linee pure, colore blu sfumato in opaline, forme note. Anche il solo ricordo impresso nella memoria, mi soddisfa… Ed è sensuale accarezzarli.

Contrasti nell'armonia

quaderno_18_img_3.jpg

Giocare con le forme dei vasi e della grande scatola è tipico di Archimede. Queste sono forme forti, maschili, le definirei; decise come costruzioni destinate alla testimonianza del passato. Compatte, sono marcate dal suo stile. Si distingueranno sempre perché rappresentano la façon di fare il vetro della scuola Seguso.

La Danza del Delfini

quaderno_18_img_4.jpg

Davanti alla prua della barca che veleggia sul mare di Zara appena increspato da una leggera brezza da nordest, due simpatici delfini fanno capriole, salti, evoluzioni, tuffi. La superficie del mare accarezza le evoluzioni nel loro gioco. Sono sicuramente madre e figlio perché amorosamente talvolta si accarezzano, quando non giocano con le ombre prodotte dalla velocità della barca. È uno spettacolo indimenticabile avere così vicini due giganti buoni ai quali basterebbe un solo colpetto di pinne per farci naufragare. In questo meraviglioso momento che godo il mare calmo ed infinito con la bontà della natura, nella limpidissima giornata, con la mia famiglia, sono felice.

Forme in contrasto

quaderno_18_img_4.jpg

La differenza e la contrapposizione arricchiscono e completano. Sicuramente è la mente di Archimede, creatrice ed insoddisfatta, ad avere la necessità di abbinare mille soluzioni ad ogni idea. Non si sofferma mai su una forma, su di un colore, su di una tecnica. Vuole sempre completare il suo pensiero costantemente vulcanico.

Le case di Burano

quaderno_18_img_6.jpg

Al ritorno dalla nottata di pesca, i marinai ancora lontani, nelle barche, distinguono le loro case dal colore. È di conforto al pescatore, nell'attesa di riabbracciare la sua famiglia, distinguere la sua casa nella nebbiolina dell'alba. Gli sembra, con l'aiuto di Fata Morgana, d'esser già giunto appena la scorge; temeva non rivederla? D'aver perduto la rotta? È questa la motivazione antica per cui le case di Burano sono dipinte di colori diversi. Anche a Leuca, nell'antico possedimento di Santa Maura, pregiata cantina della Repubblica Serenissima, le case del quartiere dei Buranelli sono ugualmente colorate.

Superbia alterigia superiorità

quaderno_18_img_7.jpg

Il portamento, la fisicità talvolta, mostrano la personalità dell'individuo. L'abito fa il monaco? Oggi, in questo mondo di apparenze, di mascheramenti, di inganni l'abito contribuisce a creare ciò che non c'è. I grandi valori dell'uomo si possono trovare, spesso, dove non si vedono. Il mondo globalizzato è difficile da capire per una mente semplice.

Rotondità arcaiche e nuove

quaderno_18_img_8.jpg

Forme evanescenti come le bollicine delle quali sono pregne. Non c'ero ma, come Rosa Barovier Mentasti ricorda, tale invenzione di Archimede è presente in queste forme accattivanti. Un'aggiunta alla leggerezza, anche l'oggetto di vetro è una bolla.

Laguna Blu

quaderno_18_img_9.jpg

Alla fine di una serata settembrina di cielo terso, si ama ancor di più la laguna. Tutto intorno si colora di blu, sempre più intenso. Si è immersi veramente nell'infinito che non tocchi e ciò che riesci a percepire è l'alito di una leggera brezza che ti sfiora, è uno sciacquio lontano, è la piccola luce ignota lontana forse del pescatore, è l'odore salato della laguna. Sei solo e per una volta hai tutto.

Portaombrelli

quaderno_18_img_10.jpg

Questo meraviglioso enorme vaso, mi permette di rivedere nella memoria, la forza di mio padre Archimede nel lavorare, soffiare, plasmare, far intenerire dalla fiamma, dentro al forno questa enorme massa di vetro e tenerla in bilico su una grossa canna di ferro. Mi ricorda nel contempo, la raffinatezza, la fatica. Il sudore del suo esecutore. Godo della sua presenza. Grandezza dell'uomo, consapevolezza della unicità, della enorme abilità del grande maestro muranese. Tutti coloro che hanno vissuto la grazia della sua danza di fuoco nel lavoro possono ricordare questi momenti, come quando forgiava uno gnomo, un sabato oppure una domenica mattina del 1959. Pesava che non riuscivo, raffreddato, a tenerlo in braccio; la canna d'acciaio gli si piegò, mentre lo portava incandescente alla fiamma dentro il forno, lo salvò, ma una spalla dello gnomo si incrinò, toccando il freddo pavimento. Mr. Bruce Eichner lo volle assolutamente. Lo gnomo, in colore verde nord, vive amato, a New York. Anche questo è un mio ricordo di fornace di Archimede che mi riempie il cuore.

Mare calmo
Cogliere il guizzo, attendere il nuovo movimento

quaderno_18_img_11.jpg

Tre pesci, si incontrano e guizzano nel piccolo canale dove l'acqua ristagna. Il più grande dice: “in quel palazzo c'è la mia tana. È il palazzo del Doge ed i miei avi hanno sempre comandato in questo canale; anche voi dovete obbedirmi!” Il più piccolino, con un guizzo velocissimo risponde: “vedi come sono veloce? Sono stato io a salvarti dalla rete del pescatore facendoti correre dietro a me per mangiarmi. Mi devi la vita e anche un po' di riconoscenza.” Il terzo, un po' sornione sentenzia: “Seguitemi in fretta, perché non vi rendete conto che l'acqua di questo canale è inquinata e se non vi muovete a raggiungere il Bacino San Marco a prendere una boccata d'acqua pura, diventeremo una frittura avariata.”

Tre vasi a coste leggermente torsadè

quaderno_18_img_12.jpg

Ovale, rotondo, quadrato, rosa, blue, verde, piccolo, grande, medio. Sono una musica. E' gradevole immaginare come forme e colori siano delle note musicali, una sinfonia colorata.

Tu parla, io mangio

quaderno_18_img_13.jpg

Anche se le nostre mamme ci dicevano sempre che era ineducato parlare con la bocca piena, questo gallo ha ignorato il consiglio!!! Mentre mangia, critica e non rispetta neanche la prolissa prosopopea di un chirichichi qualunque! Quanto buon senso, forse...

Andiamo a funghi

quaderno_18_img_14.jpg

Dove? Ovviamente solo nel bosco delle fate. Si presenta una giornata rosea e sicuramente si concluderà meglio.

Cip Cip... La tenerezza del pulcino commuove anche gatto Silvestro

quaderno_18_img_15.jpg

Il pulcino, con il suo piumino delicatissimo che l'avvolge e la sua richiesta di cibo incessante, trasmette simpatia e tenerezza. Tutti i bambini desiderano accarezzarlo, sono attratti dal suo insistente cip-cip e lo vogliono tenere nelle mani e portare le sue piume accanto alle guance per sentire una soffice carezza. -Non è così per la volpe che, se lo scorge, con un balzo lo inghiotte senza neanche sentire il sapore. Io dico: “Ma se ti piace tanto, mettici un po' di sale, un po' di pepe, un po' d'olio e gustalo seduto a tavola con un buon bicchiere di vino rosso e l'immancabile tovagliolo bianco annodato dietro il collo. Queste volpi sono selvagge! Non sono state proprio educate.

Quaack... Quaack... Borbotta l'Anatra mentre cerca cibo

quaderno_18_img_16.jpg

Borbotta l’anatra quando cerca cibo, mentre sciacqua il becco in superficie d'acqua con ripetitività, cercando alghe e qualche pesciolino, muove le zampe palmate avanti ed indietro, così da non spostarsi. Al minimo pericolo riesce da ferma a prendere grande velocità fino ad alzarsi nel suo goffo volo.

Indifferenza

quaderno_18_img_17.jpg

Sembra la fotografia del nostro tempo. I due vicini non si guardano mai. Abitano accanto, ma vivono ad altezze diverse.

Non scherzo. Ti amo.

quaderno_18_img_18.jpg

Una bellissima Anitra non stava ai con la sua famiglia. Si era specchiata dall'ultimo verde d'alghe gradino della scalinata di San Giorgio. Il becco, al tramonto, diventava infuocato, la testa dorata aveva maestosità. Con il corpo, ben fatto e sinuoso si muoveva come un cigno. Con il suo compagno, che, per tutta la giornata, portava in passeggiata, in fila indiana, la numerosa prole di dolci anatroccoli, non c'erano più i numerosi quaa, qua, qua, che riempivano la giornata, mentre cercavano le ghiotte alghe. Sempre più piena di sé, zittiva il marito con un secco: “Non scherzo, ti voglio bene”. Il marito, però, scopre che la famiglia è fatta anche per parlare e condividere e presto trova un'altra insignificante anatra con la quale quacquaraquacca tutto il tempo. Bellissima l'Anatra, sola, e sempre sull'attenti si pavoneggia... ma senza marito.

Riposo!

quaderno_18_img_19.jpg

Rappresentazione del benessere e del dolce far niente. Ma ciò non è vero! Con il caldo e la pancia piena, non si riesce mai a capire quanto queste persone pensano, in quelle ore, e se è vero che stanno cambiando il mondo.

La raccolta della mela verde

quaderno_18_img_20.jpg

Quale sarà la principessa che riceverà la mela della bellezza? Le mele raccolte devono essere tantissime perché ogni donna merita la sua mela. Cesti enormi per il loro raccolto. Ci raccontano che Paride diede la mela della Bellezza ad Elena. Ciascuno di noi ha la propria Elena a cui esternare, con amore, l'immagine che di essa ha costruito nel suo cuore.

L'Anatroccolo

quaderno_18_img_21.jpg

Anche il brutto anatroccolo è uno splendido cigno se ha accanto l'ampolla dell'invisibile felicità. È sufficiente essere considerati minimamente diversi per essere tenuti in disparte, non godere i privilegi della noiosa normalità. Tutti invece godiamo di diversità, perché dentro di noi siamo unici e dentro di noi ci sentiamo sempre unici.

Natura morta

quaderno_18_img_22.jpg

La rappresentazione descritta nel quadro dal pittore orna ed arricchisce la casa ed è una aggiunta voluta per respirare l'atmosfera desiderata. Questi manufatti, in casa, aiutano a creare signorilità, completezza, personalità, come una Natura Morta alla parete, così loro appoggiati sul mobile.

Ornamento Barocco

quaderno_18_img_23.jpg

Le volute dorate, di cui sono fatti i manici, danno all'oggetto un tono pomposo e ricco che, impropriamente, definirei barocco, perché lo sento ridondante.

Sembra un'ostrica aperta

quaderno_18_img_24.jpg

Un guscio madreperlaceo, verde come il mare, sembra muoversi maestosamente come una murena. Senti quasi il bisogno che ti accarezzi. Puoi guardare dentro di lei, non c'è alcuna perla, perché è lei la perla.

Casa di Bambole, dolcezza

quaderno_18_img_25.jpg

Piccoli oggetti da toccare con delicatezza per giocare, immaginando d'essere insieme a molte bambole sorridenti, immobili e con gli occhi aperti, nella loro casa. Si riesce anche a sentire la musica ripetitiva di un carillon.

Il Cesto di Sissi

quaderno_18_img_26.jpg

Così mi è parso quando, pesantissimo, l'ho preso dallo scaffale, forse per il colore rubino dorato soffuso; così femminile, caldo e prezioso.

Fortuna e Forza

quaderno_18_img_27.jpg

L'elefante rappresenta rappresenta la pazienza, la saggezza, l'intelligenza; con la proboscide rivolta verso l'alto è un portatore di fortuna e felicità. L'orso impersona la forza, il coraggio, la volontà, la fierezza, la gentilezza. Giocare con te è stato molto divertente perché con il tuo naso lungo mi hai fatto il solletico dappertutto. Anche tu orsetto, con la tua gentilezza, mi hai fatto apprezzare il gioco e mi sono divertito molto. Speriamo di rimanere amici e di incontrarci di nuovo perché le nostre famiglie ora ci portano lontani. Passano gli anni e l'elefante ormai vecchio si ritrova in uno zoo a mostrarsi ai bambini ed a prendere con la proboscide frutta e caramelle. Ha sempre il cuore gonfio del tempo in cui era libero. Vicino alla sua grande gabbia ci sono sempre state delle rocce con un piccolo laghetto, disabitati. Una mattina, l'elefante sente un gran trambusto e vede una enorme gru che sta alzando una grossa cassa. Povero orso, anche lui finisce prigioniero, ma, per fortuna, vicino al suo vecchio amico d'infanzia. Così si riconoscono e si raccontano le avventure che la vita ha loro riservato. Almeno passano insieme la triste prigionia. Fierezza, coraggio, forza, gentilezza sono state dall'uomo chiuse in gabbia. Quanta cattiveria e tristezza.

Vaso ornamentale. Sul caminetto del salotto di Archimede troneggia

quaderno_18_img_28.jpg

È entrato nella mia memoria come cosa ovvia. Da sempre l'apprezzo in questo habitat che mi sembra faccia parte dell'immobile, più che dell'arredo.

Vaso dal collo verde. Piacevole, sensuale, pieno di curve, accattivante

quaderno_18_img_29.jpg

Il vaso dal lungo nobile collo si sente bello! Ringrazia il buon Dio della sua forma tutte le mattine quando gli cambiano l'acqua per disporre i nuovi fiori freschi appena recisi ed è felice perché gli sembra d'essere incoronato re anche in quel giorno.

Piccole onde senza vento
Il mare gorgoglia prima della tempesta

quaderno_18_img_30.jpg

Il concetto del mare vivo è rafforzato dalle figure della conchiglia e del pesce, ma mostra anche l'immagine della sua superficie che bolle con la forma dei portadolci di ispirazione orientale.

Fogli ripiegati

quaderno_18_img_31.jpg

Una leggera brezza, accarezza e muove la tenda della finestra dello studio...alcuni fogli scritti scappano dalla scrivania, volano, ondeggiano...uno, si alza molto più degli altri, atterra lontano, in un angolo della stanza… un altro, vibra, continua a vibrare, si posa per terra dopo aver urtato una sedia...un terzo, sembra arrotolarsi, si sposta di poco...Ciascuno di essi porta con sé uno scritto, una storia, un segreto forse, che un meraviglioso alito di vento ha disperso o ha diffuso, gli ha dato vita.

La vie en rose

quaderno_18_img_32.jpg

Portafrutta conchiglia, cestino in vetro opaline e rubino. Tutto è romantico. Sembra di percepire anche un fresco profumo di cipria.

Bottiglia, vaso portadolci in vetro opaline verde

quaderno_18_img_33.jpg

Forse le forme sono state concepite negli anni '40 ma ben rappresentano anche gli anni '50. Il colore è della nostra laguna. Archimede crea e ricrea

Classicità

quaderno_18_img_34.jpg

Sembra impossibile, ma nelle nostre vite precedenti abbiamo immagazzinato enormi informazioni che tratteniamo, modifichiamo e talvolta esterniamo. Così! Tutto parte in noi da ciò che è diventato innatismo.

Ricordi d'infanzia. Ninnoli e Giocattoli

quaderno_18_img_35.jpg

Il tenero mondo dell'innocente fantasia infantile raccoglie queste forme arrotondate piacevoli alla carezza. Procurano piacere, destano ricordi.

L'uccellino dice: "Sono qui perché sono nato giallo"

quaderno_18_img_36.jpg

Ognuno di noi nasce in un posto, ed, in partenza, riceve l'educazione del popolo e della civiltà alla quale appartiene. Dal momento in cui apriamo gli occhi, facciamo parte di quel luogo, di quella famiglia, di quella società. La nostra vita appartiene alla comunità?

Reminescenze degli anni Trenta

quaderno_18_img_37.jpg

Forme serie, eleganti ritornate alla mente. Il quadrifoglio è un tipico oggetto di Archimede ed è il portafortuna per eccellenza.

Il momento del silenzio. C'è molta felicità

quaderno_18_img_38.jpg

Così Alberto Toso Fei racconta lo sbarco a Torcello dopo la tempesta di San Francesco. Come il Santo fu sceso a terra, gli uccelli iniziarono a cantare per la contentezza… finché Francesco dovette intervenire: “uccelletti fratelli, lasciate di cantare finché noi non abbiamo finito le lodi di Dio.” E le bestiole, ubbidienti, non emisero un solo cinguettio finché non ebbero ricevuto dal Santo il permesso di riprendere i loro gorgheggi.